Horror, splatter, giallo all'italiana, spaghetti western, poliziotteschi, commedie sexy, cannibal movie

giovedì 31 maggio 2012

La belva col mitra di Sergio Grieco


Nanni Vitali evade dal carcere con quattro complici. Nanni è un pericoloso criminale, il suo obiettivo è la vendetta, regolare i conti con quelli che lo hanno fatto arrestare. E mentre cerca il traditore, un certo Barbareschi, sparge sangue ovunque. Così, lui e i suoi uomini che lo seguano ciecamente, sequestrano Barbareschi insieme alla sua donna, Giuliana. Mentre gli uomini di Vitali pestano e uccidono con la calce viva il traditore, Nanni stupra Giuliana. Nel frattempo il Commissario Santini cerca di fermarlo e segue le sue tracce. Nanni Vitali fa di Giuliana la sua donna, si rinchiude con lei in un Hotel e la costringe a partecipare a una rapina nell’Azienda dove il padre di lei lavora come guardia. Giuliana, di nascosto e impaurita, si reca alla polizia e svela le intenzioni del criminale al commissario Santini che organizza quindi una trappola nella quale vengono catturati i complici di Vitali. La belva, ormai sola, riesce a fuggire, facendosi largo sparando con un mitra da un'auto in corsa e forzando il blocco della polizia. Vitali fa visita alla sorella per chiederle dei soldi e le dice che lascerà il paese solo dopo aver sistemato i conti con il commissario Santini e con Giuliana che l'ha tradito. Prova a uccidere Giuliana, sotto scorta, ma fallisce ferendola, così, aiutato da un giovane delinquente detto il “Bimbo”, rapisce Carla e il Giudice Santini, rispettivamente sorella e padre del commissario. Il giudice Santini è colui che confermò la pena a Nanni Vitali. Il commissario Santini individua i rapitori in un capannone abbandonato in un piccolo paesino. Uccide "Bimbo" con un colpo di pistola, e riesce ad avere la meglio su Vitali in un combattimento che finisce in un corpo a corpo a mani nude.

La belva col mitra è un film diretto da Sergio Grieco. È una pellicola molto particolare nel panorama dei poliziotteschi, un pulp amatissimo da Quentin Tarantino che lo ha omaggiato nel suo Jackie Brown, dove Melanie guarda in tv proprio la Belva col mitra. Famosissima la frase di Samuel Jackson che vede Helmut Berger (Nanni Vitali) e esclama “ma chi è Rutger Hauer?”.
Fatto sta che Helmut Berger è straordinario, bello, folle, violento. Berger da il meglio di sé in una intensissima interpretazione che da solo vale la visione del film. Sottotono invece l’interpretazione, svogliata, di Richard Harrison, nei panni del commissario che sembra la copia sbiadita di Maurizio Merli. Bellissima e spaventatissima Marisa Mell che interpreta Giuliana, a quel tempo compagna nella vita reale proprio di Helmut Berger.
Durante la visione ci si rende conto anche del fatto che la pellicola ha dei momenti imbarazzanti come le facili fughe di Nanni Vitali e la stupidità del commissario e delle autorità nel prendere alcune decisioni.
Nonostante questo il film è uno dei miei preferiti. Grieco riesce a mantenere sempre alto l’interesse dello spettatore. Per tutto il film aleggia un'atmosfera malvagia e malsana che non ho riscontrato in nessuna altra pellicola del genere. Quella sensazione di "fastidio" che provo ogni volta che vedo questo film è … piacevole! Merito indubbiamente del regista e di Helmut Berger.
La sequenza finale la dovrebbero far studiare a tutti gli aspiranti registi, per il modo in cui è girata ma soprattutto per il carico emozionale che trasmette. Grieco si sofferma sull’arresto di Helmut Berger, che appare come un Belva legata che grida (in silenzio) vendetta… eccezionale!
Bella e funzionale alla storia la colonna sonora di Umberto Smaila.

Il trailer del film


 

Django di Sergio Corbucci


In un paesino immerso nel fango arriva Django, un reduce di guerra, trascinandosi dietro una cassa da morto. Il paese è un campo di battaglia e vede fronteggiarsi una setta di razzisti incappucciati comandati dal maggiore Jackson e un gruppo di rivoluzionari messicani con a capo il generale Rodriguez. Django non è arrivato lì per caso, vuole vendicare la moglie uccisa in sua assenza. Davanti a un desolato saloon, scoperchia la cassa da morto, tira fuori una mitragliatrice e fa fuori una quarantina di uomini del maggiore Jackson. Django si conquista così la fiducia dei rivoluzionari messicani e con loro organizza un attacco a un forte ma al momento della spartizione del bottino Django, non avendo ciò che vuole decide di prendersi tutto. I messicani s’incazzano di brutto e gli spappolano le mani passandoci sopra con i cavalli. Django si trascina fino al cimitero, sulla tomba della moglie. Nel frattempo il maggiore Jackson sgomina i messicani e uccide il generale Rodriguez. Nel finale Django fronteggia Jackson al cimitero e riuscirà a portare a termine la sua vendetta uccidendolo anche con le mani spappolate.

Django è un film diretto da Sergio Corbucci. È un cult, è storia del cinema italiano, pietra miliare del genere spaghetti-western. È amato in tutto il mondo. Nel 2007 il regista Takashi Miike gira Sukiyaki Western Django, un riadattamento-tributo al film di Corbucci trasportando l’azione in uno scenario giapponese. 
Nel 2011 Quentin Tarantino ha iniziato le riprese di Django Unchained, un omaggio al film italiano.
La pellicola di Corbucci ha lanciato Franco Nero come star internazionale, qui alla sua prima apparizione come protagonista. Per quei tempi, era il 1966, questa pellicola presentava scene molto forti. Allo spione del maggiore Jackson i messicani tagliano un orecchio e glielo fanno mangiare.
La scena iniziale è famosa in tutto il modo, Django che trascina la cassa da morto in un deserto fangoso sotto le note dell’omonima canzone cantata da Rocky Roberts e scritta da Luis Bacalov. Roba da far venire i brividi. Django è un film da amare e basta.
Il trailer del film.

mercoledì 30 maggio 2012

Pellicole senza gloria - Presentazione


Pellicole senza gloria: il cinema italiano che non c’è più.
Si, perché il cinema italiano è morto. O quantomeno è in agonia da diverso tempo ormai.
Con questo blog voglio celebrare quel tipo di cinema bistrattato negli anni passati dai “critici” (o presunti tali) nostrani.
Onorare i registi che hanno fatto grande il cinema italiano. Lucio Fulci, Mario Bava, Umberto Lenzi, Enzo G. Castellari, Sergio Corbucci, Joe D’amato, Michele Soavi per citarne solo alcuni.
Omaggiare i cosiddetti B-Movie, i film di serie B.
Il cinema horror e splatter, gli spaghetti western, la commedia sexy, il poliziottesco, i cannibal movie, i gialli all’italiana. Quelle pellicole che riuscivano ad abbattere le barriere e arrivavano in ogni parte del mondo, a differenza di oggi.
I film di oggi sono prodotti fine a se stessi, fatti senza passione, chiusi in se stessi. Se li tocchi si chiudono a riccio e rimangono immobili, si difendono così, non osano, non ne hanno i mezzi. Alla fine li lasci lì perché se li tocchi pungono. Naturalmente ci sono le eccezioni ma sono poche.
Lo ammetto, non è una novità. Di blog che parlano del cinema italiano di genere ce ne sono a bizzeffe… Ecchisenefrega, questo è il cinema italiano che mi piace.